Ogni giorno, tutti i giorni
Ti Racconto una storia – Ogni giorno, tutti i giorni.
Ogni giorno, tutti i giorni di Elide Tartaglino
La collina astigiana che Elisa risaliva mensilmente aveva da sempre il suo fascino in qualunque stagione la percorresse. In realtà, però, l'umore di Elisa, quando s'inerpicava con l'auto su per quei tornanti, non era mai particolarmente esaltante perché quella strada la conduceva dallo zio residente da anni immemorabili in una casa di riposo luminosa, funzionale, con vista panoramica, che avrebbe reso difficile a un occhio inesperto e distratto intuire quanta tristezza potesse annidarsi fra le sue mura, al di là di quei finestroni.
E lo zio le veniva incontro perfettamente a suo agio in quel contesto fatto di colazioni a base di caffellatte, mattinate trascorse fra la macchina del caffè e il salone dove si svolgeva la cosiddetta vita sociale nonché pomeriggi interminabili con la radiolina all'orecchio o il ronzio della televisione nella sala comune, tutti insieme, ma ognuno perfettamente solo con i suoi fantasmi, i suoi ricordi più o meno sfumati, le sue paure del domani, della notte, del buio, di se stesso. Ogni giorno, tutti i giorni...
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Ogni giorno, tutti i giorni di Corrado D'angelo
La guardo da dietro, riflessa nello specchio del bagno: ogni giorno, tutti i giorni.
Si alza già stanca, ma la spazzola viaggia precisa e la crocchia sale e pepe è pronta in pochi attimi: ci infila le forcine per fermarla e mi sorride.
Non fa più colazione.
Rassetta la camera, apre le persiane quel tanto che basta a spingere via il buio, si veste. Scarpe nere, pelle morbida e punta ampia perché non batta sui calli.
Esce con l’aria svagata, un po’ spinge e un po’ si appoggia al carrello della spesa: chiacchiera con l’egiziano della frutta, che le regala i fichi.
Ho preparato il pranzo. “Guarda che ce la faccio ancora...” ma si siede e sbriciola il pane nella minestra. Poi allunga la mano verso la fruttiera e sceglie il fico più maturo.
Dorme fino a metà pomeriggio.
L’ago della Singer a pedale lavora veloce: se mai si rompesse, ne morirebbe. Licia Colò le sorride rassicurante, l’odore di fettine e olio fritto ci riempie la sera.
“No, il TG no perché dà solo brutte notizie. Invece Carlo Conti è proprio bravo”. Poi incrocia le mani in grembo e si addormenta con la testa reclinata sulla spalla.
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Ogni giorno, tutti i giorni di Adriana Miele
Sofia si è svegliata tardi, ha posticipato la sveglia convinta di avere quei cinque minuti in più. Di tutta corsa si appresta nelle sue faccende mattutine prima di andare a lavoro. L’orologio segna già le 8.15 e alle 9 deve essere in ufficio. Il caffè, non può iniziare la giornata senza il suo caffè. Mette su la moca, intanto si veste con quei primi capi che ha trovato nell’armadio senza fare caso ai colori. È di corsa. È in ritardo. Ecco il suo caffè, tiene da una mano la tazzina e dall’altra la borsa quasi con un piede già fuori di casa. Si precipita ad uscire, infatti dopo cinque minuti corre alla fermata del 13 non può perderlo, sono le 8.30, così potrebbe arrivare in orario. Sofia, arriva alla banchina, il tram c’è, quasi come la stesse aspettando. Corre Sofia, sale al volo e ricorda di non avere il biglietto. No! Esclama. Di fronte la fermata c’è un tabacchino lo vede quasi come un miracolo. Un biglietto, per favore, sono in ritardo! Così esclama senza nemmeno dire buongiorno.
Il biglietto ecco il biglietto, risponde il tabaccaio con tono secco. Sofia corre, di nuovo e ancora, verso il suo 13 che ha chiuso le porte ed è partito. Per l’ennesimo giorno, ennesima volta, Sofia ha perso il suo tram.
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