'Senza la poesia non potremmo neppure esistere', scriveva Johann Gottfried Herder (1744-1803), uno dei pensatori più significativi del secondo Settecento tedesco. Viviamo come 'fanciulli', usiamo la nostra immaginazione immedesimandoci 'poeticamente in situazioni e persone estranee' per poterle conoscere. Sensazioni e intelletto, follia e razionalità, sogni e sapere scientifico, immaginazione e pensiero logico non sono elementi contrapposti, bensì saldamente intrecciati costituiscono il modo in cui conosciamo e ci rappresentiamo il mondo. Ripercorrendo la produzione herderiana dagli scritti giovanili a quelli della fase più matura, l'autrice propone una nuova chiave di lettura del pensiero di Herder incentrata sul ruolo delle 'immagini del pensiero' (Denkbilder) e sull'uso di analogie quali strumenti essenziali della conoscenza umana.